UN ARTICOLO DI NICCHIA, IL DESTINO UMANO COLLETTIVO DIVENTA INDIVIDUALE
Stiamo entrando in una nuova era che da 50 anni ha gettato i suoi semi utilizzando anche istituzioni sovranazionali che hanno permesso di monitorare, catalogare e di conseguenza influenzare, il genere umano.
È comportamento coerente e logico per chi risiede in cariche direttive, anticipare le tendenze comportamentali onde permettere uno stile di vita confacente alla convivenza.
Siamo passati dalle famiglie patriarcali a quelle mononucleari, abbiamo permesso all’essere umano di essere maggiormente artefice della propria vita staccandosi da imposizioni più antiquate, sono state offerte opportunità di lavoro anche a chi prima gli veniva negato per differenze sessuali e di razza e l’educazione scolastica è diventata obbligatoria per tutti, non più solo appannaggio di pochi.
Rendendo la conoscenza e la cultura dominio collettivo, abbiamo partecipato la nascita del World Wide Web diventando “cittadini del mondo”, potendo comunicare con chiunque comodamente dal divano di casa.
L’essere umano di 50 anni fa è immerso oggi in un ambiente in cui può scegliere se essere a disposizione di poteri forti o coltivare i propri interessi riconoscendo le implicazioni di una manipolazione delle Leggi di Natura.
L’abilità al compromesso tra il proprio diritto alla felicità, sancito a livello internazionale, e l’organizzazione sociale economica politica che imporrebbe limitazioni a quel diritto, risiede nelle capacità cognitive di ognuno.
Siamo sulla terra in quanto esseri umani per esprimere la propria unicità creativa, quel sentimento d’origine spirituale che ci fa riconoscere essere artefici con parole e azioni della nostra realtà quotidiana. L’intelligenza è l’arte che permette di orientarsi verso relazioni costruttive o distruttive e rendere il nostro cervello abile ad un pensiero individuale positivo o conformarsi al pensiero altrui.
La fine degli anni ’60 annunciò una nuova era con la famosa canzone “Aquarius”, dando attraverso la musica, l’immagine di un mondo pieno di comprensione, fiducia e libertà da falsità e divisioni, una società basata sull’amore, l’empatia e l’illuminazione spirituale.
Contemporaneamente, in quello stesso periodo si affermavano le scienze comportamentali attraverso lo studio della mente umana, si monitoravano i fattori neurali implicati nelle credenze, si strutturavano le strategie per andare oltre di esse e le basi del linguaggio venivano svelate nella loro plasticità, dimostrandone l’uso in implicazioni creative o coercitive.
Modernizzando le teorie psicanaliste di un secolo prima, gli anni ’70 e ’80 del XIX secolo fornivano il materiale di potenziamento dello sviluppo umano, preparandoci ad avere le basi per realizzare quel mondo di pace.
Tutti sappiamo che la parola “popolo” è un’idea astratta per indicare un gruppo d’individui singoli e tutti sappiamo che il libero arbitrio è squisitamente appannaggio individuale, costringere altri a comportamenti simili ne limita l’esercizio. La capacità del pensiero è di saper scegliere se mantenere le proprie credenze utili ad interpretare il mondo, o cambiarle in altre visioni arricchendosi con ulteriori studi ed esperienze e quest’abilità appartiene solo al singolo.
Forse è il caso di riprendere in mano le basi che illustrano il comportamento della mente umana, interrompere di usare la nostra rinnovata coscienza per osservare solo la nescenza e darsi una mossa per immergersi nell’unica via utile al percepire un mondo di pace: osservarsi consapevolmente nelle proprie emozioni reattive ed istintive.
Per essere umani in un mondo di robot dobbiamo sapere come trascendere ogni comportamento e relativa emozione meccanici, o conformarsi ad una macchina che vive di memorie algoritmiche non avrà necessariamente bisogno di chip impiantati nel corpo.
Siamo mammiferi che acquistano capacità relazionali dall’imitazione di altri, non c’è molta differenza da un’intelligenza artificiale programmata da stimoli elettrici impartiti dai suoi creatori. Ciò che contraddistingue l’umana creatura è solo lo sviluppo della neo corteccia e questa matura esclusivamente nell’appassionarsi ogni giorno, a qualcosa di nuovo in maniera divertente, come c’insegna Rita Levi Montalcini che per questa scoperta prese il Nobel.
L’era dell’Acquario vede individui in un mondo la cui realtà è fatta di connessioni energetiche, si sappia scegliere a quali frequenze donare la propria capacità cognitiva nel scegliere a quali interessi sottoporre la propria attenzione.
Il concetto di “popolo” è obsoleto, oggi è pronto a trasferirsi nella consapevolezza che la vita è una scuola iniziatica, dove siamo individualmente insieme con lo stesso obbiettivo di trascendere l’avere comportamenti automatici, degni di un robot.
Benvenuti a tutti noi nell’era dell’Acquario iniziando ad osservare il lato oscuro, potente ed invisibile che il transito di Plutone dei prossimi 20 anni, ci porterà ad esprimere e grazie per la lettura di questo articolo “di nicchia”!
Articolo di Keli per News Academy