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LE INTERVISTE | A Napoli cariche di polizia al presidio per la Palestina. Parla attivista della rete Pace e Disarmo

Negli scorsi giorni abbiamo assistito alla violenza della polizia contro i gruppi di manifestanti sotto le sedi RAI in diverse zone d’ Italia e soprattutto nella città di Napoli, dove abbiamo intervistato telefonicamente un’ attivista della rete Pace e Disarmo.

Il popolo Italiano in questi mesi ha fatto una scelta ben precisa, decidendo di schierarsi senza se e senza ma dalla parte dei bambini contro il genocidio del popolo palestinese.

Sulla Striscia di Gaza il genocidio è contro i bambini e lo provano statistiche di numerosi studiosi che lo confermano:

il 100% dei bambini di Gaza è a rischio morte

il 47% dei 30,000 morti è composto da minori

il 60% dei bambini di Gaza ha meno di nove anni

il 46% della popolazione di Gaza è composta da minori dai 17 anni in giù

8,000 persone risultano disperse

9,300 persone sono state arrestate ingiustamente in Cisgiordania

500 bambini sono detenuti nelle carceri israeliane

Numerosi palestinesi sono morti per torture nelle carceri israeliane

A Napoli il sangue degli attivisti ha macchiato il cemento, senza alcuna reale ragione, le persone hanno manifestato pacificamente per dichiararsi contro l’appello lanciato dalla RAI attaccando gli artisti che si sono schierati contro il massacro dei palestinesi.

Non è accettabile per la libertà di espressione in Italia che l’ambasciatore di un paese estero si intrometta nella televisione di stato italiana.

Guarda l’intervista


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Antonietta Chiodo

Antonietta Chiodo Attualmente ha concluso la sua collaborazione con News Academy Italia. Antonietta Chiodo si occupa di diritti umani da sempre, nasce a Roma ma si diploma alla scuola del cinema di Milano, nel 2006 il progetto grafico da lei realizzato per denunciare la violazione dei diritti umani in Africa, creato in collaborazione con il Gruppo Abele e la Cooperazione Internazionale viene applaudito a Bruxelles. Nel 2012 passa un breve periodo nelle favelas brasiliane per documentare la vita dei bambini di Salvador de Bahia. Impegnata costantemente accanto al popolo palestinese passa un periodo della sua vita nei territori occupati nella Cisgiordania, documentando la difficoltosa vita della popolazione di Jenin, ricevendo così il premio da Amnesty International “ Giornalismo per i Diritti Umani”. Nel 2016 si impegna sulle coste calabresi per denunciare la sparizione dei minori non accompagnati. Nel 2017 conduce un importante progetto con un gruppo di minori ed insegnanti di un villaggio alle porte di Hebron. Oggi ancora lavora come fotoreporter e reporter per denunciare la costante violazione dei diritti umani, è curatrice della mostra fotografica itinerante Hurry Up in favore della liberazione di Julian Assange.

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